Vanessa German, questa (per me) sconosciuta fino a qualche ora fa, è una donna che mette allegria solo a guardarla.
Vanessa vive a Pittsburgh, in un quartiere, pare, tra i più pericolosi e violenti degli Stati Uniti. È un'artista polimorfa: si occupa di pittura, scultura, poesia, teatro, fotografia e chissà cos'altro e tutto quel che crea lo fa con materiali di riciclo. Racconta che per lei è stato così fin da bambina, quando la sua famiglia non certo ricca non poteva permettersi di comprarle giocattoli e, invogliata dalla mamma, ha iniziato a costruirseli da sola con quel che trovava in giro. E non ha più smesso! Anche perchè, alla mera necessità ha aggiunto anche un significato più profondo: le s
ue opere devono rispecchiare il suo ambiente, e come farlo meglio se non raccattando ciò che la gente del suo ambiente butta o lascia in giro o non usa più? Vanessa dipinge e scolpisce principalmente donne di colore, spesso addobbate con gli oggetti più strani: lei racconta che tutti quegli strati simboleggiano il peso che le donne nere da sempre hanno portato addosso, il peso dell'emarginazione, del dolore ma anche della libertà faticosamente conquistata e faticosamente da difendere ogni giorno.
Insomma, questa donna sarebbe degna di menzione e di memoria già per questo, per quello che crea, per come lo crea e per il significato che dà alle sue opere. E invece c'è di più. Pare che i bimbi del quartiere, curiosi come tutti i bambini e lasciati a provvedere a loro stessi più di altri bambini, spiassero Vanessa e i suoi lavori attirati dai colori, dagli oggetti, dal suo "creare". E allora perchè non accoglierli e coinvolgerli?! E così Vanessa ha trasformato la sua casa, anzi per la precisione la sua veranda, nel Love front porch, il Portico dell'amore, dove i bambini del quartiere poteveno andare a dipingere e creare insieme a lei.
Qualche tempo dopo, tutta questa attività si è spostata in una casa abbandonata che è diventata la Art House.
Questo posto è ormai meta fissa dei ragazzini del quartiere dopo la scuola: vanno lì per giocare, per dipingere, per fare i compiti e anche per dedicarsi alla lettura. In un secondo momento, infatti, la frenetica mente di Vanessa ha deciso che la Casa dell'Arte non poteva fare a meno di una reading room, che, in quattro e quattr'otto, ha anche riempito di libri, tutti rigorosamente ottenuti gratuitamente tramite vari canali e tutti comunque frutto della solidarietà e della collaborazione altrui (riciclo di libri di seconda mano, wishlist su siti di e-commerce etc.). E, se i libri ricevuti non dovessero bastare, ha pensato bene di insegnare ai bambini a costruirli da soli!
Non so a voi, ma a me leggere di questa meravigliosa rosa nel deserto ha scaldato il cuore, oltre a mettermi semplicemente di buonumore solo guardando le sue foto. Mi scalda il cuore e mi persuade sempre più che non è lamentandosi del governo che si cambia il mondo, non aspettando che qualcuno scriva una qualche bella legge o decida di destinare i soldi pubblici in progetti di inclusione e di crescita piuttosto che in benefit per chi di benefit non ha necessità. Non che non lo auspichi, ovvio, ma se penso a quanto ha creato questa donna straordinaria semplicemente contando sulle sue risorse, trovo semplicemente conferma che l'Amore, se non può proprio tutto tutto, può molto di più di mille leggi e diecimila governi.
Ah, pare che nel quartiere di Homewood, dove risiede Vanessa, la violenza sia decisamente diminuita.
fonti e approfondimenti: