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Channel: Dove gira il sole
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Ecco a voi le api impazzite

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Da qualche giorno eravamo convinti di avere un nido di vespe sul terrazzo, o sul tetto, o addirittura da qualche parte in casa. Riconosco di non essere in grado di distinguere, così su due piedi, una vespa da un ape, però ricordavo che le api andavano sui fiori, e sul terrazzo i fiori non mancano. Queste invece no. Di queste ce n'erano più dentro che fuori, pensi "Va beh, saranno attirate dal cibo", ma non ne abbiamo vista una avvicinarsi a un piatto; pensi "Saranno finite dentro per sbaglio e non riescono a uscire", eppure quando, con l'aiuto di un foglio di carta, si riusciva guidarne una fuori dal balcone, lei faceva un giro e rientrava, per andare ad appiccicarsi sul vetro della porta-finestra, e ci girava su senza meta, senza un percorso, semplicemente come se fosse una lastra coperta polline succulento. 
Ieri mattina abbiamo raggiunto il clou, ce ne saranno state più di trenta, ci siamo chiesti se non fosse il caso di chiamare qualcuno che cercasse il nido; ma io in fondo non ero preoccupata più di tanto. Perchè? Perchè non erano aggressive, anzi, per dirla tutta, non ti si filavano di striscio. E sempre a dirla tutta, Fra ne ha schiacciata qualcuna, ed è stata la cosa più semplice del mondo. Sembravano come rincoglionite, non sentivano il pericolo avvicinarsi, si lasciavano raccogliere con un foglio di carta e accompagnare fuori.
Poi ieri sera ci imbattiamo in un telegiornale. "Sciami di api impazzite a Londra, a Milano e a Bologna. Sono rimasta a bocca aperta, non riuscivo più a spiccicare parola. Eccole le api impazzite, quelle di cui finora avevo soltanto scritto qui e qui, quelle che hanno perso l'orientamento, quelle che non riescono più a nutrirsi, che si fiondano senza alcun motivo sui vetri (a Londra hanno ricoperto il parabrezza di un auto), che non hanno più uno scopo, che non trovano la via di casa ma nemmeno la cercano perchè non lo sanno manco loro cosa ci stanno a fare al mondo, quelle che sono deboli perchè non riescono a nutrirsi e così alla fine si lasciano morire.
Oggi in effetti quel zzzzz che ieri ci ha fatti diventare matti non si sente quasi più. Ce n'è una, la sto osservando, sta sulla finestrella che dà sui tetti alla mia destra, è un quadratino di una quindicina di centimetri di lato. Lei è lì, risale il vetro, arriva in cima, poi scivola giù, debole, insensata, e tenta di risalire, e avanti così, sempre più faticosamente e sempre più inutilmente. La osservo. E non riesco a contenere la tristezza che mi sta invadendo e il nodo che sempre più mi sta stringendo la gola. E piango. Per lei, per me e per il resto del mondo.

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